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Capitolo V, 3° parte - La trappola che brucia e l’alchimia di coppia

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Il messaggio del furgone

 

Durante la fase finale della scrittura di questo testo, io (Hélène) sentivo ancora l’influenza dell’emozionale descritta nella prima parte ; una pulsione interiore che mi spingeva a informarmi, scrivere le mie comprensioni, pubblicare… era in contrasto con la frustrazione di non poterlo realizzare in due. David era in una fase molto attiva nel mondo esterno, tappa per lui necessaria per liberarsi dalla presa materiale, ma che era una furbizia della predazione affinché le nostre due energie si allontanassero ancora.

 

Per di più gli scenari familiari ritornavano a stuzzicare. Era esattamente la stessa situazione che mi aveva immerso profondamente nel mio incatenamento alla Matrice e al senso di colpa. Ma uff ! Questa volta non c’erano i gatti di mezzo !

 

Ci accorgemmo che la famosa legge di retro-causalità (sviluppata nel Dialogo col nostro Angelo n° 40) era all’opera. Tuttavia, la presa emozionale era molto meno forte, e il modo con cui le cose si sarebbero evolute, sarebbe dipeso dalla forza della nostra negazione o anche dalla nostra capacità di analizzare con discernimento ciò che stava accadendo per coglierne il messaggio.

 

Altri indizi andarono a concretizzarsi confermando la lezione : quel giorno andammo all’auto officina dove avevamo lasciato il nostro furgone, bisognava risolvere un problema di avviamento. Il meccanico è un super pedagogo e ci spiega sempre tutto nei minimi dettagli ; quindi ci fece partecipi delle fasi che aveva percorso : dopo aver sottoposto il furgone al controllo del computer, era stato riscontrato un problema con la scatola del preriscaldamento, ma anziché fare ciò che il computer diceva (cambiare il pezzo), aveva dato un colpo di “contatto bomba” sui capicorda e il furgone era ripartito benissimo.

 

Quindi ci spiegò specificatamente la storia dei capicorda paragonando il fenomeno anche su altre auto. “ Il problema è che sulle nuove generazioni di veicoli, come nel vostro caso, il capocorda maschio e il capocorda femmina non si incastrano così tanto saldamente come prima e quando c’è un errore di connessione non si può rimediare manualmente, bisogna cambiare tutta la scatola del preriscaldamento. Avete quindi avuto la fortuna che la bomba fosse sufficiente per ristabilire la connessione…”

 

Lo stesso giorno Sand ci raccontò che nel pomeriggio (nel momento in cui noi stavamo ritirando il furgone), loro (Sand e Jenael) erano andati a portare il loro veicolo in autofficina per un problema che credevano fosse risolto, ma che continuava a persistere… Si sentiva confusa perché la lezione profondamente assimilata precedentemente, si ripresentava ancora. Ovviamente vedeva i segnali, ma non comprendeva il senso di questa ripetitività.

Naturalmente, questo scambio, con la sincronicità delle andate e ritorni alle autofficine, ci chiedeva di prestare attenzione… Non attendemmo molto tempo a che il messaggio si concretizzasse : la mattina dopo, il furgone faceva ancora un fumo denso e andava a scatti !

 

Il problema del veicolo si ripeteva anche per noi ! Quindi si manifestava questa situazione sommata a ciò che si ripeteva nella coppia e nella famiglia… Il messaggio era piuttosto insistente !

 

Certo, in un primo momento, sensazioni di svalutazione e incomprensione hanno alimentato una collera dovuta all’impressione di non riuscire a cogliere la lezione precedente e di “doverla doppiare”.

Quindi, grazie alla mia“laurea emozionale” ho potuto vedere profondamente questo malessere, permettendogli di evolvere, e dunque di trasformarsi. Mano a mano che il mio ego “mollava”, prendevano forma le comprensioni…

 

Il problema di avviamento dell’auto, simboleggia un ostacolo nel nostro spostarci in coppia sul nostro cammino di vita.

Questa anomalia persiste perché c’è un falso-contatto, una cattiva connessione tra il polo maschile e quello femminile. Quindi la produzione del calore necessario all’avviamento non può avvenire.

 

Molto bene, avevamo una pista , ma come rimediare a questo squilibrio ? Non dovevamo sforzarci di ritrovarci “calorosamente” (che in ogni caso sarebbe stato impossibile con la predazione che s’immischiava !).

 

 

Come la mia guida venne a scuotermi per illuminare la mia mente assonnata…

 

Tali comprensioni ebbero luogo sul divano. Ancora in uno stato di caos dopo aver pianto, chiesi aiuto per vederci più chiaro.

 

“Cosa devo fare con tutto questo ?”

 

Nello stesso momento, l’impiegato comunale tentava di far partire un decespugliatore proprio sulla strada davanti la finestra… Questo durò per almeno 10 minuti durante i quali il tipo si accaniva sull’attrezzo, intervallando momenti di sistemazione a parolacce. Sapemmo poi che anche il decespugliatore era appena uscito dall’officina !

 

Avevo sotto il naso qualcuno che si sforzava di far funzionare qualcosa mettendoci tutta la sua energia, per essere, alla fine, spossato e in collera. L’atteggiamento guardare cominciava a prendere forma. Il parallelismo era evidente, in lui riconoscevo assolutamente il suo intendimento a voler, volere, volere ad ogni costo farlo funzionare ! Il mio impulso originario veniva così recuperato dal predatore che mi manteneva in una rigidità del tipo “Bisogna arrivarci!”. E allora poteva installarsi frustrazione, collera, ed esigenza. Tanto da sfinirsi e nutrire i propri demoni…

 

Smettere di forzare le cose… Visto che eravamo due abitanti nello stesso uovo, si trattava di accettare che si potesse stabilire un ritmo a due, e che il guscio dell’uovo si potesse rompere progressivamente. Ecco che si ripeteva ancora la stessa lezione, con gli stessi sintomi emozionali, ma impartita con diverse situazioni.

 

David, rientrò dalla sua giornata di attività ed io mi trovai nella possibilità di ascoltare le sue prese di coscienza visto che il suo predatore l’aveva “messo a tappeto” ; ma piangeva come una lavatrice e non diceva una parola…

 

Potevamo scavare entrambi sul significato di questi simboli piazzati sul nostro cammino, e ciò che ci veniva chiesto era “il calore”.

- Cosa ci stava dicendo ‘sta storia del preriscaldamento, affinché potesse avere luogo una partenza comune ?

- Quali erano gli indizi che si nascondevano dietro questo calore ?

 

Il calore è senza dubbio simbolo di affetto, e il fuoco simboleggia la sessualità. Sapevamo che se questa energia vitale, questa linfa, era bloccata si sarebbe messa a circolare da sé una volta scattato il processo. Ma questa rimessa in movimento è una conseguenza e un fattore inscindibile dalle prese di coscienza che emergono da un vissuto emozionale e un da un porsi delle domande in modo sincero.

Per cui focalizzarsi sulla sessualità e spiritualizzarla a oltranza, era ancora una volata una trappola New Age.

 

Credere che praticare diverse tecniche tantriche, per voler fare circolare volontariamente l’energia, ci potrebbe liberare da ogni blocco esistenziale (visto che la sessualità è un’energia primordiale), è un tranello. Tale focalizzazione ci priva di una reale liberazione perché ci impedisce di contattare il problema in ogni suo aspetto. Ma ci sarebbe materiale tale da dedicarvi un intero capitolo...

 

 

Nell’Onda, Laura Knight approccia questa nozione di calore con i Cassiopeiani perché una spossante sensazione di combustione interna si manifestava a volte in lei e nelle altre persone nel momento delle loro trasmissioni (con i Cassiopeiani) :

 

Cassiopeiani : “Immagine. Congiunzione profonda di legami fibrosi nella struttura del DNA”

 

Laura Knight : “Quando dite “congiunzioni di legami fibrosi”, significa che ci stiamo collegando ad un corpo di 4° densità che sta crescendo, che si sta sviluppando ?”

 

Cassiopeiani : “Lentamente ma sicuramente”

 

Poi la stessa autrice completa tali informazioni con un fenomeno evocato in un’opera del Sufi Cheikh Ibn al’Arabi :

 

“Quando un angelo apporta una regola o delle conoscenze al servitore, lo spirito umano incontra la forma immaginaria, e per effetto del dono e dell’accettazione, che sono due fari di luce, la costituzione si eccita e si infiamma. […] Gli umori del corpo diventano vapore e questo è causato dalla compressione esercitata sulle differenti nature quando due spiriti di incontrano.”

 

 

Il Fuoco alchemico e i suoi orizzonti insospettabili…

 

Sappiamo che senza calore, senza fuoco, il procedimento alchemico non può avvenire. Dopo qualche ricerca avevamo elementi in più su questo argomento poiché in effetti nell’Alchimia, l’Arte Reale è l’iniziazione collegata al Fuoco.

L’iniziazione col fuoco comporta tre fasi principali : la calcinazione, la trasmutazione, e la sublimazione.

 

Durante la prima, la calcinazione, l’umano deve offrire il suo ego in sacrificio. Questa morte mistica può essere qualificata come putrefazione riferendosi al seme che si deve decomporre nel suolo per far nascere un’altra via. Si dice che durante questa fase, l’individuo può sentire la voce di Mercurio (il Sé Superiore) che gli dice : “Felice colui che muore per me, perché con me esso resusciterà”. E’ la più dolorosa di queste fasi.

 

La seconda tappa dell’iniziazione collegata al fuoco, la trasmutazione, si compie uscendo indenne dalla fornace, dalla fossa dei leoni. Il leone ha da sempre rappresentato il Fuoco Cosmico Universale che costituisce l’essenza stessa della vita di 3° densità.

Quando l’uomo comincia a controllare questo Fuoco, una forza incandescente vive il lui e inizia a vivere un’esistenza più libera dalle leggi che lo mantengono legato alla realtà di terza densità.

 

 

Il leone d’oro con la corona o con ali spiegate significa che il discepolo è pronto per passare all’ultimo grado dell’iniziazione del Fuoco, la sublimazione, che spesso richiede molte esistenze tanto è difficile da compiere questa fase.

E’ caratterizzata da una trasmutazione completa della personalità che si unisce profondamente allo spirito. L’individuo vive in un’altra realtà e non percepisce le cose dal punto di vista umano ma dall’angolatura dello spirito, dal suo Sé Superiore.

Il simbolo alchemico di questo compimento è l’unione del leone rosso e del leone bianco.

E ancora una volta il leone ci parla ! Eravamo ben lontani dall’immaginare che un problema di avviamento ci avrebbe guidato ancora sino alla famiglia leonina…

 

Rispetto alle nostre esperienze, tali informazioni ci aiutano a ritrovare ognuna di queste fasi. C’è senza dubbio un movimento a spirale (un valzer) nel corso del quale le differenti fasi in questione vengono visitate a più riprese e la loro ampiezza cresce mano a mano con ciò che viene sperimentato.

 

Ci accorgemmo, visti i significati convergenti tra varie ricerche, che questo calore o questo Fuoco Primordiale è il catalizzatore di un profondo e intenso cambiamento nell’individuo, che motivato dalla sua ricerca di un significato esistenziale, di verità, di conoscenza, opera un passaggio bruciante da una realtà ad un’altra integrando il proprio Sé Superiore.

 

E’ interessante constatare che per ognuno di noi due, il fuoco si manifestava nella propria quotidianità.

 

Qualche giorno prima dell’inizio di questo testo, io (David) avevo trascorso molte ore sotto i primi raggi ardenti del sole primaverile, praticando un debbio (fertilizzazione del terreno bruciando i residui vegetali… ndt) Ero vicino al fuoco che bruciava l’erba secca e ricevevo anche il fuoco dell’astro solare.

Il fuoco prese proporzioni sufficienti a che fossi avviluppato per un buon momento da un calore intenso. Durante le 12 ore che seguirono questa scena, venni sottoposto ad una sorta di “reset”, non riuscendo più a ricordare il senso di ciò che avevo fatto prima.

 

Le conoscenze che avevo acquisito recentemente o anticamente, mi apparivano estranee. Impossibile fare un collegamento tra le informazioni che osservavo muoversi nella mia memoria.

 

E’ ciò che si chiama “perdere conoscenza” letteralmente… In genere questo si produce durante un evento fisiologico di squilibrio e la coscienza viene focalizzata sulla sfera fisica. Il funzionamento dei circuiti neurologici viene alterato o messo in stand-by, e la coscienza che rimane sul livello fisico, fa la stessa cosa.

In quell’occasione vissi, una sorta di azzeramento del mio modo di vedere il mondo. Tale esperienza attraverso il blackout , apportò una serie di informazioni sulla correlazione tra i diversi campi della personalità ; corpo, mente, coscienza e spirito. Può essere considerata come un’alchimia del fuoco alchemico interiore.

 

Ancora una volta constatavamo che la nostra Supercoscienza ci indirizzava verso alcune ricerche, e parallelamente verso esperienze adatte ad illustrare e applicare le conoscenze raccolte.

Così, come per alcuni scienziati, la convergenza delle informazioni provenienti dalle nostre esperienze e dalle nostre indagini, partecipa alla comprensione e a un dinamismo propizio all’integrazione e allo sviluppo della Conoscenza.

 

Le intuizioni e le sincronicità irrompono dal mondo sopracosciente al nostro campo di percezione “localizzata”. Esse guidano le nostre ricerche che ci permettono di spiegare poco a poco le sincronicità significative vissute. Di colpo i contenuti di tali ricerche si inscrivono anch’essi nel meccanismo della sincronicità.

 

Collegamenti tra l’esperienza e l’indagine intellettuali, fanno emergere nuove informazioni che orientano le esperienze successive, portando un’interazione più forte e un impatto cosciente più grande sugli eventi ; e come conseguenza, questo porta ancora ulteriori intuizioni e sincronicità.

 

Ritorniamo all’esperienza del debbio. Questa ci rivelò un altro aspetto : mi piaceva controllare il fuoco per ripulire il pascolo dei cavalli. Percepivo che un forte legame si stava stabilendo su un altro piano con questo elemento e ricontattai memorie legate al luogo e al fuoco; sicuramente il “contadino-guardiano-del fuoco” che debbiava in questo posto !

 

Detto questo, qualche volta mi ero ritrovato di fronte all’ansia di non riuscire a domare il fuoco e dovevo andare a prendere acqua al fiume. E questo mi causò un bel mal di schiena…

 

Per quanto riguarda Hélène, la notte precedente la messa per iscritto queste frasi, sognò che accendeva e alimentava un fuoco sulla cima della montagna Santa Margherita, dove era cresciuta. Il focolaio non era molto grande ma il fuoco era bello vivo :

 

In questo sogno, scendevo a valle per un impegno, una sorta di festa, ma non riuscivo a stare con gli altri perché si era levato un forte vento ed io non smettevo di pensare al fuoco che avevo acceso e che tra l’altro si trovava vicino ad un bosco di conifere.

Vidi un incendio su una parte della montagna. Risalii correndo in cima per vedere cosa stesse accadendo. Quando arrivai, era tutto calmo. Quindi non era il mio fuoco che avevo visto, e stranamente quello che avevo acceso io non aveva lasciato alcuna traccia nello spazio circoscritto dove era stato acceso, neppure un pò di cenere…

 

La notte seguente feci un altro sogno a proposito del cane che mi aveva accompagnato per qualche anno. Già nella realtà, in stato di veglia da questo animale emanava una presenza forte, aveva delle qualità eccezionali e misteriose.

Sogno :

Vivevo in grotte e meandri rocciosi e questo cane stava con me. Per tre volte, in differenti situazioni, cadde tra le rocce che formavano una sorta di voragine di almeno dieci metri. E ogni volta io andavo a riprenderlo. Ne usciva stremato ma fisicamente indenne.

 

Ma dove si nascondeva il messaggio del fuoco in questo sogno ? Ovviamente nel nome del cane che si chiamava Fuoco ! Era un cane pastore di Bauce con, secondo il gergo degli allevatori, magnifici “fuochi”.

Così a più riprese dovetti andare a cercare il fuoco tra le interiora della terra…

 

Senza spulciare ogni dettaglio dei sogni di Hélène e le azioni di David, si capisce bene che entrambi eravamo in collegamento con l’energia del Fuoco sacro. Tuttavia, malgrado l’attrazione, la paura di essere sopraffatti da questa forza o anche al contrario, il doverla andare a cercare là dove si nascondeva, prendeva tutta la nostra energia.

 

E un elemento importante in questi segnali, che fosse nella realtà o nei sogni, era che ognuno di noi due si doveva occupare del proprio fuoco. Ovviamente era importante vivere questo processo individualmente, ma il nostro furgoncino che era d’altronde il punto di partenza di tutta questa combustione cerebrale, emozionale e spirituale, ci invitava ad andare più lontano… Considerare il “falso-contatto”, il bisogno di riconnessione delle energie patriarcale e matriarcale per generare di nuovo il Fuoco primordiale necessario alla partenza e alla continuità dell’Alchimia della Coscienza, quindi della nostra esistenza interdimensionale.

 

Il furgone ci invitava a raggiungere l’origine, l’uovo nel quale questa alchimia purificatrice si attua, l’uovo della riunificazione del maschile e del femminile, l’uovo dello sciamano androgino... Questo furgone, acquistato da noi e per noi, guarda caso è bianco come un uovo !

 

Attraverso la messa in pratica di questi indizi seminati sul nostro cammino dalla nostra Supercoscienza, o dagli altri noi su un piano di coscienza più elevato, diventavamo i meccanici che operavano per il ristabilire progressivamente tali connessioni, che da migliaia d’anni sono corto-circuitati e fanno scintille…

 

Sappiamo che nel profondo di noi, con questo fuoco, questa messa in luce, l’elica del nostro DNA si trasforma mano a mano che frantumiamo le sbarre al fine di realizzare una fusione di polarità.

 

Dunque…

Che la Luce Sia !

E la partenza avvenga !

 

 

Hélène e David

 

 

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